5 Novembre 2010

Premetto che in questo momento ho un fottutissimo malditesta che balzella qua e là accompagnato dalla solita arteria temporale che pulsa allegramente lì, sopra il povero occhietto sinistro. Premetto anche che quando ciò succede non sono particolarmente simpatico o dolce o carino o affabile o accondiscendente o via dicendo...Essenzialmente questo è il segno che lo scassaballe che vive qui dentro sta reclamando i suoi momenti di gloria sul palco della mia vita.

Ho rotto le cuffie. Le combo di bestemmie che tirava un vecchietto stamattina mentre attraversava il morgagni aiutandosi con un stampella, circondato da mandrie di automobili che gli sfrecciavano davanti e dietro quasi fosse un matador nella plaza de toros, non bastano forse per rendere l'idea di quanto sia contento in questo momento.
La verità è che la musica mi ci vuole. Così come mi ci vuole la sigaretta e il caffè. Il vizio non è un bisogno in senso stretto, non è fame di cibo o sonno, è una preoccupazione mancata. E' un pensiero non fatto, un minuto di silenzio e tranquillità...evocare un gesto familiare, senza un perchè, solo per il gusto di farlo e soprattutto senza gravare sul cervello. Il prezzo di questo ovvviamente è l'incapacità di smettere. Ma se ci pensate, quale cosa buona non dà dipendenza??
L'equilibrio mentale non è precisamente la dote di cui vado più fiero.

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