1 Maggio 2011

Secondo Passo
Mi sono dimenticato da che parte ho lasciato il mio studente di medicina.
In realtà non lo sto neppure cercando con così grande cura.
E' una cosa così fastidiosa il sentirne la mancanza solo quando si è giù, della serie "almeno studio".
"Troppe distrazioni" potrebbe essere un titolo adatto per questo periodo.
Distrazioni dallo studio, ovviamente, il che suona esattamente come "troppo preso dalla vita".
In questo senso medicina è un'enorme distrazione, anzi la parola giusta è alienazione. Il che in effetti ha i suoi risvolti positivi quando la vita è meno interessante, ma ha tutto un altro peso quando invece luccica come gli occhi celesti di una nuova persona o ha il buon profumo delle strade ghermite di gente e amici.
Non sono proprio fatto per medicina. E sto cercando di diventarlo sempre meno in effetti.
Chiamo ancora una volta all'appello quella poverina della mia coscienza, così tanto bistrattata in questi anni.
Se non fosse per lei chissà dove sarei ora, probabilmente un viziato coglione ubriacone e basta.
Sono ancora in fase "cerca di non piangerti addosso, dai una giusta dimensione alle cose e relativizza". La vocina di G. che ronza qua dentro non aiuta però stasera. Mi sento un pischello.
Si chiama dare un colpo alla botte e al cerchio. Il colpo alla botte l'ho dato meglio che potevo, e ora parto per Praga. Il colpo al cerchio sto continuando a darlo ininterrottamente da un paio di mesi, ma è troppo più divertente che darlo alla botte, non riesco a smettere.
Ho fatto una trafila di casini in questi due mesi da potermene vergognare e vantare per tutto l'anno. La mia strada è stata ancora speciale per riprendere il discorso di qualche giorno fa.
Oggi ho un po' di paura. Paura di non potercela fare a continuare così. Paura di dover presto scegliere. E la scelta è per me un dramma. Menomale che molte volte sono gli altri a scegliere per te. E poi io sono tanto bravo a lamentarmi quando le cose non vanno come voglio. C'è della autoironia nelle mie parole, anche se difficile da cogliere.

Cosa voglio? Diciamo che vorrei essere una persona che si sa divertire, che è pieno di donne intorno e che è ammirato da tutti. Al tempo stesso vorrei essere una persona seria e affidabile, un buon studente con un futuro sicuro e con una sola creatura accanto.
Non riesco ad essere entrambe le cose. Ci provo con tutto me stesso ma non mi riesce. E' come cercare di guardare a destra e a sinistra nello stesso momento.
I desideri, come qualcuno molto prima di me ha capito, sono la vera fonte del nostro arrancare e penare...in fin dei conti non sono altro che il motivo del nostro vivere, del mio sicuramente (e questa è una cosa fortunatissima da poter dire). E' solo quando sono piccoli e lontani oppure pochi, magari unici, che allora il vivere si fa meno faticoso e sereno. Questo a patto che si desideri cose che si possono avere. Vorrei desiderare una cosa sola. Vorrei desiderare una cosa che si può avere. Ma non mi riesce, stasera non mi riesce. Più ottengo e più voglio.
Ok ho di nuovo aperto la bocca troppo, e ne sono usciti anche i soliti lamenti. Sono bravo a lamentarmi. Forse a qualcosa serve visto che lo faccio sempre, in questo momento però mi sfugge cos'è.
Come stai Biagini? Vivo, svogliato e un po' deluso, ma non male. Non c'è un vero motivo per stare male.

Il secondo passo, anche se è molto più lungo della gamba, credo debba essere silenzio. (lungi da me il credere di aver già completato il primo).

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