18 Settembre 2011

Le cose fatte per essere raccontate
Ho conosciuto molte persone in questi ultimi mesi. A dire il vero, molte meno di quando andavo alla smasmodica ricerca di attenzioni e affetto da qualsiasi creatura si aggirasse nei dintorni.Quelle di cui sto parlando adesso però sono conoscenze "vere"; il che non presuppone per forza il sapere il compleanno di qualcuno o il piatto preferito, nè l'avere passato 20 anni di vita assieme. Il requisito essenziale direi piuttosto sia il capire se quella persona che vedi riflessa negli occhi di chi ti è di fronte assomiglia abbastanza all'idea di te stesso che ti sei formato negli anni, anche se questa è in continuo mutamento. E' molto triste, però le persone di cui posso dire ciò non arrivano ad occupare le dita delle mie mani se contate. Oltre che triste è imbarazzante visto la massa delle persone con cui ho trascorso tempo a ridere e scherzare, fare il giullare e parlare. Spiegare, raccontare e svelare tutto quello che ho fatto, o meglio, il modo in cui io sento di averlo fatto. Presa coscienza di ciò, è cominciato tutto. Immagino che avrei dovuto sentirmi solo. Non è stato così però, e non poteva essere altrimenti a dire il vero. Il motivo è che questi pensieri sono nati solo dopo aver conosciuto una persona, e di conseguenza non ho scoperto di essere solo, semmai di non esserlo più. Una conoscenza "vera", appunto. E' cominciato tutto così...ma tutto cosa? Domanda a cui non si risponde a parole, o semplicemente non ne sono in grado. Posso provare a spiegare come mi sento, e se ho deciso di rompere il silenzio su questo blog è esattamente per questo proposito. Accettazione. Io sono un rompicoglioni. Lo sarò sempre. Le cose non saranno mai abbastanza buone da andare bene come sono o anche solo da risparmiarsi le mie critiche o il mio affanno nel cercare di cambiarle.

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