28 Novembre 2011

Come sempre, ritorno qui per i lamenti. Quelli che non vorrei ascoltare da nessuno, e che non voglio somministrare a nessuno io a mia volta.

Per la prima volta ho trovato una persona così simile a me da poterne leggere non solo le azioni ma anche le intenzioni.
Se sei come me, allora questo significa che ti ho fatto male. Se sei come me, non dirai nulla e lascerai che la cosa ti scorra addosso, mentre in realtà dentro tutto cambia. Non lasciare che succeda...non che io possa credere di poterti cambiare. Non posso chiedere a te di riuscire dove io non provo neppure più. Ti prego non chiudere la porta, non rompere la magia. Qui c'è molto di più di quello che tu puoi credere. Tutto questo è vero, tutto questo è reale. Lo è per me. E fa male. Spero di non apparire troppo insensibile nel non citare i tuoi dubbi e il mio ferirti...però ti prego, ascoltami. Io ti amo.

28 Ottobre 2011

Aforisma
La massificazione del gusto. L'omologazione del bello. La commercializzazione della personalità.
Frasi fatte, discorsi del cazzo che potete leggere dove vi pare, non qui.
Col mondo ci si confronta. "Non me ne frega niente di quello che gli altri pensano di me" non esiste, è una cazzata. Tu sei e sarai sempre te stesso in funzione degli altri. Nessun uomo è un'isola. Tu non sei così perché ti hanno fatto, tu sei quello che fai, il modo in cui ti muovi e decidi. E questo si embrica nel gioco immenso della rete di modelli e contatti, virtuali, reali o televisivi che ti lega al mondo. Non avete più scuse per essere tutti uguali. Già un altro l'aveva detto, Dio è morto. E' decisamente il momento di riempire la voragine da Lui lasciata.

8 Ottobre 2011

Good Jobs
Stay Hungry, Stay Foolish. Non accontentarsi mai, continuare a correre e cercare, senza sosta o tregua. Inseguire il nuovo e lo strano, scoprirlo o inventarlo. Non cristallizzarsi mai in una sola forma, reclamare la propria illimitatezza. Non c'è cosa più stupida che avvicinare un aggettivo accanto al proprio nome e pretendere che questo ne descriva appiena l'essenza. Tu sei così...ma sei anche l'esatto contrario. Un testamento che è più o meno l'elisir dell'infelicità.

18 Settembre 2011

Le cose fatte per essere raccontate
Ho conosciuto molte persone in questi ultimi mesi. A dire il vero, molte meno di quando andavo alla smasmodica ricerca di attenzioni e affetto da qualsiasi creatura si aggirasse nei dintorni.Quelle di cui sto parlando adesso però sono conoscenze "vere"; il che non presuppone per forza il sapere il compleanno di qualcuno o il piatto preferito, nè l'avere passato 20 anni di vita assieme. Il requisito essenziale direi piuttosto sia il capire se quella persona che vedi riflessa negli occhi di chi ti è di fronte assomiglia abbastanza all'idea di te stesso che ti sei formato negli anni, anche se questa è in continuo mutamento. E' molto triste, però le persone di cui posso dire ciò non arrivano ad occupare le dita delle mie mani se contate. Oltre che triste è imbarazzante visto la massa delle persone con cui ho trascorso tempo a ridere e scherzare, fare il giullare e parlare. Spiegare, raccontare e svelare tutto quello che ho fatto, o meglio, il modo in cui io sento di averlo fatto. Presa coscienza di ciò, è cominciato tutto. Immagino che avrei dovuto sentirmi solo. Non è stato così però, e non poteva essere altrimenti a dire il vero. Il motivo è che questi pensieri sono nati solo dopo aver conosciuto una persona, e di conseguenza non ho scoperto di essere solo, semmai di non esserlo più. Una conoscenza "vera", appunto. E' cominciato tutto così...ma tutto cosa? Domanda a cui non si risponde a parole, o semplicemente non ne sono in grado. Posso provare a spiegare come mi sento, e se ho deciso di rompere il silenzio su questo blog è esattamente per questo proposito. Accettazione. Io sono un rompicoglioni. Lo sarò sempre. Le cose non saranno mai abbastanza buone da andare bene come sono o anche solo da risparmiarsi le mie critiche o il mio affanno nel cercare di cambiarle.

19 Agosto 2011

Nei tuoi occhi non vedo la luce che brilla nei miei. Ti prego, lascia che soffi un poco per ravvivarne la fiamma. Io voglio bruciare riflesso nelle tue iridi, squagliarmi sotto le pupille. Desidero che la tua meraviglia incendi il mondo e che ogni cosa risplenda del tuo sorriso.
Imprimi il tuo sguardo nelle persone che non ne conoscono il calore.

18 Luglio 2011

Il soffitto di camera

Lo guardi, e pensi. Quante altre volte conterò i nodi del legno? Quante volte aprirò ancora gli occhi cercandolo?

Mi sono appena accorto che non ho nessuno con cui parlare.

13 Luglio 2011

Io non sono mio nonno.
Mio nonno scriveva, mio nonno pensava, mio nonno pensava.
Mio nonno dipingeva, mio nonno sapeva, mio nonno leggeva, mio nonno ascoltava Beethoven.
Mio nonno non rideva mai. Mio nonno aveva l'elisir dell'infelicità.
Io non sono mio nonno.
Mio nonno è morto, mio nonno è sepolto sotto la pietra serena in mezzo alla ghiaia bianca che riflette il sole e nasconde le lucertole. Mio nonno è sepolto qui dentro.
Mio nonno pensava per sè. Mio nonno non ha mai reso felice davvero qualcuno. Mio nonno sapeva sempre qual'era la cosa giusta. Mio nonno ha sempre fatto la cosa sbagliata.
Mio nonno invecchia nella foto nel portafoglio. Mio nonno non risponde alle mie domande. Mio nonno continua a suggerire gli interrogativi cui non so rispondere. Mio nonno continua a mandare la sua ombra a coprire il sole.
Mio nonno non ha mai reso veramente felice qualcuno. Solo me.
Mio nonno è morto. Mio nonno ha dato l'esempio. Mio nonno non voleva che io fossi lui. Mio nonno non sarebbe contento di me.

Io ho l'elisir dell'infelicità e non riesco a smettere di bere.

Ho sempre sognato di incontrare me stesso. Ho giurato che se mai dovessi tornare indietro per correggere gli errori, sarei stato pronto ad ascoltare quello che avevo da dire. Oggi ho capito che il sogno si era avverato e non mi sono ascoltato mai davvero. Quel vecchio aveva lo stesso cuore e io non gli ho ancora dato retta. Sto sbagliando. Come lui. Riempiendo la mia vita di me. Riempiendo la vostra vita di me.

"Se tuo nonno avesse voluto, avrebbe potuto fare quello che voleva. Col cervello che aveva, con la sensibilità che aveva riusciva a piegare le persone al suo volere"..."Tuo nonno era molto intelligente ma ricordati che è sempre stato un infelice."

22 Maggio 2011

My generation
Non molto diversi da lucciole che bruciano energie per imitare pallidamente le stelle, vaghiamo il giorno per dare un senso alla notte, qualcuna. Quelle poche che la luna rende dolci con la sua bionda chioma, sul finire della primavera. Non siamo nati formiche noi: non è per fame che mangiamo, nè per fatica che dormiamo. Domani ci sarà ancora nettare e rugiada. Una parentesi luminosa in un anno di buio, di quelle che riempono gli occhi dei poeti e sfuggono al contadino.
Quali zanzare affolliamo le lampade alogene nei parchi mentre affoghiamo in sottovasi pieni di birra come lumache. Inutilità e gioco, le meraviglie di oggi. C'è una cavalletta truccata da mantide che scuote le zampe fini per allettare il ragno peloso, che per non essere troppo vintage si è fatto la ceretta. La coccinella vestita da vespa che esce con i calabroni. Io sono lì, a giocare con i grilli e ad ammirare le farfalle.
La vita è iniziata, se mai lo è davvero, tanto di quel tempo fa che nessuno ne conosce i genitori o il compleanno. Per quei momenti che ci accompagna, forse dovremo davvero starcene sulle nostre ragnatele a cacciare qualche ingenua falena travestita da moscerina. Non ne vedremo mai la fine nel suo ripetersi di stagioni. Affoghiamo ancora nel dolce miele, un altro po'. Attenti però a questo collezionista travestito da tarlo, con gli spilloni lucenti pronto a fissarvi per sempre nel suo polveroso scaffale. Sospesi tra ieri e oggi, qui non invecchiamo. Ma non è domani che verrà, tranquilli.
Nell'alveare accanto ronzano ancora senza prestarci attenzione. La mattina vado a trovarle ogni tanto...non è per caso che hanno il pungiglione. Si affrettano e si adoperano di terminare il lavoro prima del chiarir dell'alba. A me il miele non viene tanto dolce in effetti: un po' bruco, un po' tarlo, un po' cicala e un po' collezionista, dell'ape qui forse ci sono solo le strie. Cos'è che non gli fa ruotare le antenne? Cos'è che le spinge da un fiore all'altro senza sosta? Per poi magari veder svuotare l'arnia una mattina e riempire i barattoli per qualcun altro...qualsiasi cosa sia io non ce l'ho. Confusione non è sinonimo di insicurezza: per questo le parole pesano tonnellate.

7 - 10 Maggio 2011

Mi sono preso le mie soddisfazioni. Le stupidissime cose che fai perchè sei cresciuto sentendone la mancanza. Lo stesso tipo di piacere che il giorno dopo si trasforma in autocommiserazione e rimorso. Però lo dovevo fare.

E adesso? Adesso che non devo più farlo? non mi riesce smettere. Un po' perchè mi garba, soprattutto perchè mi viene bene...un bel po' perchè è tanto difficile e scomodo il cambiare.
Però poi si arriva alla tristezza del dire mille cose di cui solo quattro sono vere. O meglio, non sono dette per far ridere chi hai davanti, ma ne provocano comunque l'ilarità. Ho reso ridicole cose serissime, cose sentite da una vita, vomitate lì in cinque minuti di euforia e riflettori. Come possono essere state prese sul serio?
Non mi posso arrendere al "sei una persona instabile", anche se finisco sempre per usarlo come guanciale su cui far riposare la coscienza mentre il resto del corpo è tutto preso a fare altro.
Questo assomiglia tanto al solito lamentoso post su quanto non vada bene il mio modo di fare.
Io non lo so davvero quello che voglio.


Bisogna che mi levi dal capo certi discorsi, che tra l'altro non arriveranno mai a chi di dovere.
Ma come cazzo vi permettete di pretendere di capire, o peggio, di sapere brutte topacce asfittiche?
Voi vedete A, vi immaginate B come causa di A e allora la soluzione è necessariamente C. Beh, A non è una lettera ma una persona, e come tale non la si può essere neppure immaginare stampata e chiara sulla carta, così che voi colla vostra illuminata scienza letteraria, ne comprendiate i segni nascosti e ogni singolo movimento.
Ma vai a cagare.


Una persona non si valuta dai suoi amici.
Sì, ok...il problema sono sempre io che mi preoccupo troppo di quello che gli altri pensano.
Vabbè...dicevo che, secondo me, sarebbe giusto il chiedersi perchè uno frequenta determinate persone prima di appioppiarli un epiteto. Credo che molte volte la risposta sia abbastanza triste da non poterla dire...nè pensare. Quasi nessuno vuole suscitare pietà e ancora meno c'è chi preferisce applicarla agli altri rispetto ad un po' di sana malizia e cattiveria.
Non ho una visione del mondo positiva. Il mio egocentrismo mi limita troppo nelle relazioni sociali, nel senso che mi rende eccessivamente sgradevole il non essere in prima fila, il non assumere sempre una posizione interessante. E questo è semplicemente impossibile da fare sempre. Da qui la visione distorta della socialità e delle relazioni interumane, specie di gruppo. Fortunatamente c'è in me una curiosità di fondo verso...beh, verso quasi tutto in effetti. Lo sforzo continuo di cercare di capire i motivi che spingono gli altri a fare qualsiasi cosa. Il più delle volte sono drammaticamente diversi dai miei (di cui non posso dire di essere poi molto cosciente). L'empatia con gli altri dovrebbe essere negata ad una persona che non vede che se stesso, credo che più o meno questo sia scrittto sul libretto di istruzioni del cervello umano. Eppure, nonostante i faccioni disegnati qui attorno, io ho il naso rivolto verso gli altri, almeno quanto ce l'ho su me stesso. E ci sono cose, creature e animali che io posso comprendere, e non con così grande sforzo. Mi brucia il dirlo ma pochi possono fare lo stesso con me. E questo non perché io sia così interessante da richiedere ulteriore approfondimento oltre la definizione di "infaltimente egocentrico". Questo sì che è stato difficile da dire, e ancora più arduo sarà il tenermelo stretto. Non potete capirmi se continuo a cercare di essere di più di quello che forse sono. Questa è la mia fetta di colpa.
Ma il motivo qual'è? Perché uno fa questo? Per un disagio di fondo con se stesso e con gli altri, forse. Per aumentare la propria stima di sé stesso...Non perché si ritenga necessariamente migliore di chiunque gli sta attorno. Questo non è il motivo dietro il mio bisogno di attenzione. Sono davvero un egocentrico allora? Mah...che casino.

6 Maggio 2011

Suggestioni
Celluloide che riempi lo schermo di emozioni . Qui non vibra una spada senza te. Riempi questi giorni di calma con sangue e urla. Poi con te piangiamo in mezzo alla platea incredula. Un giorno principe e poi eroe. Mariachi e poeta. Costruisci i miei sogni, più dolce è il posare la nuca sul guanciale.
Nessun uomo è un'isola. Che bello poter vivere nelle terre emerse dal mare di altri e il conoscerne gli animali e il colore del cielo. Mi sono perso nella giungla disegnata da loro.
Forse questa pioggia non bagna la pelle, ma certo queste nuvole offuscano la luce del sole. Chi altro sa parlare la tua lingua? Domanda stupida: Io. Noi. Non sono parole che dici ma brividi, lacrime e sorrisi. Portami dove non posso andare sulle gambe. Prestami ancora le ali e la polvere fatata, perdiamoci nella notte di Londra e puntiamo dritti per la seconda stella a destra fino al mattino.
Così tante vite ho assaporato da non poter discernerle dalla mia. Ancora. Ho sete e fame. Fatto son io per seguire sogni e conoscenza. Remi tu sei per il nostro folle volo, poppa al mattino, verso le colonne di Ercole!
Ho trafitto il petto e resuscitato Mia. Ho cancellato i miei ricordi per ritrovarmi su una spiaggia nebbiosa. Ho guidato un pulmino giallo e cercato mio nonno in Ucraina. Ho perso un cappotto rosso in mezzo al grigio, ho commesso i 7 peccati capitali e sono evaso da Shawshank. Ho spaccato teste con una mazza. Ho ucciso lo squalo. Ho battuto l'uomo col fucile. Ho vissuto in una cucina dell'Ikea. Ho spiato due amanti per anni...poi ho posato il cuscino, ho sfondato una finestra e sono scappato dal nido del Cuculo.

5 Maggio 2011

Risposta
Cosa posso darti? Risposta: buona parte di quello che ti manca, e di cui dici di non sentire la mancanza (e probabilmente hai ragione). Però chiedimelo, sono felice di dartelo o anche solo di parlartene. Non riesco a riempire questo discorso con qualcosa di meno astratto, scusa. Io penso che tu, come chiunque altro, devi crescere e maturare. Certo, non è la definizione di crescita che hai te, però ha sempre a che fare con l'arricchirsi di cose che adesso non hai. Dalle più stupide alle più profonde. Non che io possa insegnarti niente che te non sai fare. Non c'è niente da "insegnare". C'è però tanto da imparare anche da una persona diversa come sono io. Anzi direi specialmente da una persona diversa. Diciamo una su tutte accettare l'idea del cambiamento. La tua posizione inamovibile su...beh quasi tutto, è infantile se presa come vera fino in fondo. Ed infatti so che non lo è. Ognuno ha un cervello che davanti a un problema risponde in maniera propria: inserisci i dati, il computer li elabora e poi si comporta di conseguenza. Questa è una cosa che secondo me è giusto sviluppare il più possibile: la cosa più bella che ha un cervello rispetto a un computer è che davanti agli stessi dati può rispondere anche in maniera diversa. Tu questa cosa non l'accetti, o almeno a me non sembra. Poi magari il tuo capino moro risponderà davvero sempre nella stessa maniera, però da qualche parte deve tenerlo presente che sono possibili altre soluzioni. Non puoi bollare tutto come "non fa per me", "non m'interessa"...perchè non è così. O meglio non è così che puoi saperlo, così te ne convinci e basta, anche se poi magari avevi ragione. Ma non sei stanca di avere sempre ragione?
Oltre a questo io posso darti, anzi, voglio darti affetto e sincerità. Questo perchè di te mi fido. Ok, è facile fidarsi di te. Per te non è lo stesso verso gli altri, giustamente. Però io voglio arrivare a farti fidare di me. Voglio arrivare a che tu mi voglia bene, questa è la cosa più importante.
"Io e te non possiamo essere amici", strade a, b e c...parliamone 2 minuti. Le strade teoricamente dovevano portare ad una cosa, cioè a farmi avere te. Non vanno bene però. Se anche riuscissi a percorrerle o volessi farlo, mi porterebbero dove non devo stare. Non puoi semplicemente essere una mia ragazza. (questo va spiegato subito prima che qui il discorso degeneri) per certi versi, sento che non è quello l'importante.  L'importante è che tu ci sia. L'importante è che tu sia accanto a me. O meglio che tu ci sarai, visto che al momento è un po' unilaterale questa cosa. Non possiamo essere Amici, secondo la mia definizione del termine. Possiamo forse esserlo secondo la tua, se questa significa avere un rapporto vero, di interesse l'uno verso l'altra, di giorni passati assieme, di confidenze, di aiuto reciproco, di compagnia, di tutto insomma. E' questo che io cerco, molto di più di una morettina da baciare. Sei la prima e l'unica persona verso cui sento questo piacere disinteressato nel passare un po' di tempo a conoscerti, e non ho la minima intenzione di farti scivolare via, neanche se tu me lo chiedessi riuscirei a farlo facilmente.

1 Maggio 2011

Secondo Passo
Mi sono dimenticato da che parte ho lasciato il mio studente di medicina.
In realtà non lo sto neppure cercando con così grande cura.
E' una cosa così fastidiosa il sentirne la mancanza solo quando si è giù, della serie "almeno studio".
"Troppe distrazioni" potrebbe essere un titolo adatto per questo periodo.
Distrazioni dallo studio, ovviamente, il che suona esattamente come "troppo preso dalla vita".
In questo senso medicina è un'enorme distrazione, anzi la parola giusta è alienazione. Il che in effetti ha i suoi risvolti positivi quando la vita è meno interessante, ma ha tutto un altro peso quando invece luccica come gli occhi celesti di una nuova persona o ha il buon profumo delle strade ghermite di gente e amici.
Non sono proprio fatto per medicina. E sto cercando di diventarlo sempre meno in effetti.
Chiamo ancora una volta all'appello quella poverina della mia coscienza, così tanto bistrattata in questi anni.
Se non fosse per lei chissà dove sarei ora, probabilmente un viziato coglione ubriacone e basta.
Sono ancora in fase "cerca di non piangerti addosso, dai una giusta dimensione alle cose e relativizza". La vocina di G. che ronza qua dentro non aiuta però stasera. Mi sento un pischello.
Si chiama dare un colpo alla botte e al cerchio. Il colpo alla botte l'ho dato meglio che potevo, e ora parto per Praga. Il colpo al cerchio sto continuando a darlo ininterrottamente da un paio di mesi, ma è troppo più divertente che darlo alla botte, non riesco a smettere.
Ho fatto una trafila di casini in questi due mesi da potermene vergognare e vantare per tutto l'anno. La mia strada è stata ancora speciale per riprendere il discorso di qualche giorno fa.
Oggi ho un po' di paura. Paura di non potercela fare a continuare così. Paura di dover presto scegliere. E la scelta è per me un dramma. Menomale che molte volte sono gli altri a scegliere per te. E poi io sono tanto bravo a lamentarmi quando le cose non vanno come voglio. C'è della autoironia nelle mie parole, anche se difficile da cogliere.

Cosa voglio? Diciamo che vorrei essere una persona che si sa divertire, che è pieno di donne intorno e che è ammirato da tutti. Al tempo stesso vorrei essere una persona seria e affidabile, un buon studente con un futuro sicuro e con una sola creatura accanto.
Non riesco ad essere entrambe le cose. Ci provo con tutto me stesso ma non mi riesce. E' come cercare di guardare a destra e a sinistra nello stesso momento.
I desideri, come qualcuno molto prima di me ha capito, sono la vera fonte del nostro arrancare e penare...in fin dei conti non sono altro che il motivo del nostro vivere, del mio sicuramente (e questa è una cosa fortunatissima da poter dire). E' solo quando sono piccoli e lontani oppure pochi, magari unici, che allora il vivere si fa meno faticoso e sereno. Questo a patto che si desideri cose che si possono avere. Vorrei desiderare una cosa sola. Vorrei desiderare una cosa che si può avere. Ma non mi riesce, stasera non mi riesce. Più ottengo e più voglio.
Ok ho di nuovo aperto la bocca troppo, e ne sono usciti anche i soliti lamenti. Sono bravo a lamentarmi. Forse a qualcosa serve visto che lo faccio sempre, in questo momento però mi sfugge cos'è.
Come stai Biagini? Vivo, svogliato e un po' deluso, ma non male. Non c'è un vero motivo per stare male.

Il secondo passo, anche se è molto più lungo della gamba, credo debba essere silenzio. (lungi da me il credere di aver già completato il primo).

Aprile 2011

Being Francesco Biagini
E' impossibile per me essere qualcun altro in fin dei conti no? Davvero?

La domanda presuppone una spinosissima verità, che esista un "mio modo di essere" o meglio che esista un modo di essere che quando lo vedi ti faccia dire "è Francesco Biagini", scusate il gioco di parole ma sto cercando di essere comprensibile, il che più delle volte significa pure essere un tantinello semplicistico. Beh però io potrei perfettamente affermare di non esserlo..."comprensibile" e "semplicistico" intendo. Però lo sono stato, nello scrivere la frase quantomeno. Non potrei dirlo ancora per le sentenze successive, ma questo non cambia il fatto che poche righe fa Francesco Biagini è stato comprensibile e semplicistico...

Ok, sì lo ammetto non ci si capisce un cazzo. (arrendevole) Però il mio intento era banalmente quello di dimostrare come sia difficile avvicinare un aggettivo "definito" a un modo di essere di qualcosa, di qualcuno, tanto più quando quel qualcuno sono io (egocentrico). Lo faccio perchè cerco di farmi capire, ogni tanto (capzioso), perchè forse vorrei davvero che qualcuno notasse le contraddizioni e le incongruenze del comportamento, del vivere (generico). Perchè forse mi sentirei meglio nel sentirmi dire "no, non sei quello o quell'altro, ma entrambi" (supplichevole)...anche se questo in definitiva non vorrebbe dire perfettamente nulla (confuso e  confondente).

Quando l'esprit de géométrie fa a cazzotti con l'esprit de finesse sono cazzi amari. Il professore diceva sempre che nessuno o quasi nasce con entrambi, o che comunque solo pochissimi riuscivano a svilupparli assieme. E' particolarmente simpatico quando bevi fino a lasciarne scivolare uno lungo la schiena per poi ritrovarlo incazzato nero la mattina dopo. Se il mio di spirito geometria si alza la mattina con la squadra e lo scalpello, qualsivoglia passione estrema dovrà essere veramente monolitica per non sbriciolarsi o ricoprirsi di crepe.
Me lo merito. Me lo sono sudato con anni e anni di stronzaggine. Ora dovete infamarmi, dovete scoprire il segreto di Pulcinella e girarmelo contro, sveglia!!! Se la prima cosa che
Non è masochismo, è solo stanchezza e fatica.

Cosa succede?

Ho un disperato bisogno di farmi capire e di capirmi. Ho paura di non piacere agli altri.
Ho bisogno di piacere agli altri. Credo di sapere sempre quello che vogliono da me ed è quello che do loro.
Passo la mia vita a pensare, a cercare di capire, a credere di sapere cosa si cela dietro ogni frase, ogni gesto, ogni alito di vento che mi sfiora il viso.
Passo la mia vita a considerare nient'altro che superficialità le parole degli altri, i loro consigli, il loro modo di fare, di vivere.
Sono uno stronzo che considera se stesso il migliore e gli altri come limitate forme di vita, nella loro mancanza di logica e sensibilità.
Sono un vigliacco che ha sempre il terrore di fare del male a qualcun altro, anche al costo della propria felicità.
Vivo aggirando le regole, con furbizia e falsità.
Odio chi non è corretto e leale.
Ho sempre bisogno di essere diverso, alternativo.
Ho un bisogno disperato di sapere di essere normale.
Sono prepotente e voglio sempre avere quello che desidero, con qualsiasi mezzo.
Sono arrendevole non appena qualcosa non va come deve andare, scappo.
Credo sempre che gli altri abbiano bisogno di me, delle mie arti e qualità, e cerco di aiutarli con ogni mezzo che ho.
Sono infastidito dalle richieste degli altri, dalla loro continua violazione delle mie libertà e del mio bisogno di stare da solo.
Voglio ogni possibile attenzione sulla mia vita.
Non voglio che qualcuno veda come passo le mie giornate.
Nei fatti non sono cattivo, non ho mai fatto del male ad una persona né l'ho mai voluto.
Molto spesso mi sento il lupo di Cappuccetto di Rosso travestito da nonnina.

Dicembre 2010

Senza bandiera. Nè rosso, nè nero, nè verde nè altro. Andiamo via.
Se ancora c'è un po' di quel seme buono che ha riempito i campi delle nostre pianure, non lasciamo che sia soffocato dal fumo dell' ignoranza e dall'aridità dell'indifferenza.
Non marciamo in mezzo al fetore delle nostre città. Non crolliamo assieme alle nostre stanze sepolte. Fuggiamo. L'Italia ha due mari e mille montagne, ma seppur pesante verrà via con noi, ce la porteremo appresso.
Non c'è forse più Toscana nel sorriso della Bella Lisa che illumina le stanze della vecchia reggia oltralpe che in tutta questa cittadina?
Quella terra del sole di cui anche Corot si innamorò io non l'ho mai vista. Quel paradiso che spingeva la carrozza di ogni ragazzo straniero attraverso gli Appennini a rincorrere i grandi tesori della Roma antica, io non l'ho mai trovato. Quella culla della bellezza che ha partorito così tanti nomi da riempire i 22 anni che ho passato a leggerli su cartelli, piazze, strade...adesso alleva solo la nostra infelicità.
Vieni via con me.
Tutto quello che potranno avere da noi è solo il nostro odio. La rabbia che trabocca dalla cistifellea è inonda arterie e vasi, riempe i ventricoli e sgorga senza sosta dalle mascelle. Morde la lingua e brucia il petto. Veleno che uccide noi, e noi soltanto. Salviamocene.
Perchè versare lacrime al suolo per ogni colonna che butteranno giù, per ogni nome che bestemmieranno, per ogni ricordo che insozzeranno?

Addio Italia mia, addio. Finalmente vedo il tuo volto. Non più algida dama dalla corona turrita. bugiarda Italia, bugiarda. Il più buono dei cibi, la più bella delle terre, il più geniale dei popoli...Perchè racconti queste favole ai tuoi piccoli figli?
Sopravvissuta, nonostante il tuo seme, nonostante la tua progenie logora che ora popola le tue strade e non conosce neppure i nomi con cui un tempo ti chiamavano.
Ma come può un frutto odiare il ramo da cui è caduto? Non può. E cercando l'Italia viaggeremo noi oltre le braccia, trovandola in chi come noi è scappato, in chi come noi preferisce il tuo lieto ricordo al vederti sul letto di morte. Ti porteremo noi via da questa pestilenza, renderemo il tuo nome ancora una volta Mamma.

10 - 20 Novembre 2010

L'elefante sulla Fiorentina
bozze senza capo nè coda

Se è pur vero che il dono della Celeste Bontà è l'oblio, il dimenticare, così amaro è il voltarsi e non vedere ciò che forse un tempo c'era, forse respirava ed aveva un nome, il mio o il tuo. Che sia buono o cattivo, naturale o mostruoso...come lumache ci lasciamo scie di gesti, volti, pensieri nel nostro muoverci lenti, senza poi saperne ritrovare le forme, i colori o i suoni.

Oddio che sonno. Tu mi chiedi come io possa chiudere gli occhi ora che finalmente possono abbracciare il tuo sorriso? Io mi domando come potessero farlo senza averti toccato neppure una volta prima che il Sole sparisse ancora dietro l'Appennino. Sono domande che non devono trovare risposta, la quale non potrebbe che suonare piacevole come la melodia che accompagna il The End dei film di una volta.
Sereno, tra coperte e brividi...giureresti di esser finalmente atterrato nel nido, dove far riposare le ali mentre scorrono sulle tue e ci riparano dai primi raggi dell'alba. Nel silenzio dei pensieri irrompe poi una sgradita sirena, pompieri o un'ambulanza forse...e il suo suono non familiare ti riprecipita dove il tuo corpo giace: questa non è casa. Ventidue anni di notti sulla via Fiorentina hanno scolpito a fuoco il ritmico ritornello che ogni mezzo di emergenza emette quando passa a folle velocità dietro le mura di casa.

L'odore di casa riempe così tanto i polmoni che solo chilometri di mare e montagne possono lavarlo completamente. Fermo, identico, pacifico. Se ti sforzi riconosci l'odore delle mie ore bruciate, delle gocce di sudore sulla panca nera nell'angolo, dei decimi di vista persi davanti a una tastiera. Shhh...ascolta, c'è ancora il rumore delle migliaia di pagine sfogliate, dei mille libri che hanno lasciato il solco sulla scrivania sotto la finestra.

5 Novembre 2010

Premetto che in questo momento ho un fottutissimo malditesta che balzella qua e là accompagnato dalla solita arteria temporale che pulsa allegramente lì, sopra il povero occhietto sinistro. Premetto anche che quando ciò succede non sono particolarmente simpatico o dolce o carino o affabile o accondiscendente o via dicendo...Essenzialmente questo è il segno che lo scassaballe che vive qui dentro sta reclamando i suoi momenti di gloria sul palco della mia vita.

Ho rotto le cuffie. Le combo di bestemmie che tirava un vecchietto stamattina mentre attraversava il morgagni aiutandosi con un stampella, circondato da mandrie di automobili che gli sfrecciavano davanti e dietro quasi fosse un matador nella plaza de toros, non bastano forse per rendere l'idea di quanto sia contento in questo momento.
La verità è che la musica mi ci vuole. Così come mi ci vuole la sigaretta e il caffè. Il vizio non è un bisogno in senso stretto, non è fame di cibo o sonno, è una preoccupazione mancata. E' un pensiero non fatto, un minuto di silenzio e tranquillità...evocare un gesto familiare, senza un perchè, solo per il gusto di farlo e soprattutto senza gravare sul cervello. Il prezzo di questo ovvviamente è l'incapacità di smettere. Ma se ci pensate, quale cosa buona non dà dipendenza??
L'equilibrio mentale non è precisamente la dote di cui vado più fiero.

Settembre 2010

Non è colpa mia...non è colpa tua. Oddio, forse un po' mia è. A dirla tutta temo proprio che la tua casta innocenza poi poi tanto casta non sia. Non conta un granchè, anzi forse rende solo le parole un po' più amare quando sfiorano il palato...
Qui le cose proprio non vanno. La vita è una cosa bella, cazzo se lo è. Forse dovrei tatuarmelo, sperando che qualche inchiostro scuro riesca laddove l'autoconvincimento non riesce...speriamo che la china passi attraverso la pelle meglio di tutti i sorrisi di un tentantivo di medico che non può imbrattarsi le carni perchè certi mestieri non se lo possono proprio permettere.
C'è un'incognita che difficilmente teniamo in considerazione nel nostro comprenderci e spingerci qua e là. La voglia. Possibile che non abbia voglia di stare su? Possibile, sì. Ci sono alcune mani che non si vorrebbero giocare, e ancora adesso mi chiedo chi l'abbia deciso che vadano giocate lo stesso. La vita è bella, cazzo se lo è...lo è d più se non si pensa a quanto sia sufficientemente deludente e sostanzialmente insipida però. Rimane comunque l'unica scintilla che brucia nel nostro cuore, no?? Non è ancora più idiota allora starsene qui a osservarla crepitare silenziosamente anzichè sommergerla di benzina??



Ondeggiando qui, tra fame, sonno e mancanze...rispolveri vecchie canzoni e sentieri abbandonati. A dire il vero ancora non so quanto salubre sia galleggiare su queste pozzanghere...Ma che volete, ormai sono qui vestito di tutto punto, bussola e cappello in mano, sarebbe un peccato forse rimanere così sugli scogli specie ora che si leva la brezza che soffia lontano e gonfia tempie.

Aprile 2010

Calcoli

il contatore di riproduzioni dell'ipod dice che ho ascoltato Fluorescent Adolescent 1677 volte, seguita a ruota da King of carrot Flowers pt.1 ferma a 1599 e poi ancora Neutral Milk Hotel...Considerato comunque che I NMH li ho caricati da quando ho comprato l'ipod, ossia Natale, la cosa rientra nella normalità...riguardo al pezzo degli Arctic (che m'è finito in ogni playlist) il discorso è più interessante: caricato il 27 Gennaio, durata 2 min e 58 sec...Con un rapido calcolo scopriamo che che io ho passato 82,9 ore con la suddetta canzone nelle orecchie, 3 giorni e mezza circa...