la Fine

17/12/09
Nella confusione di Firenze non si riesce a sentirle...L'unica cosa che puoi fare forse è urlare di più. Le persone a volte fanno quest'effetto.

Voglio scrivere una cosa bellissima. Qualcosa di dolce che non faccia sobbalzare sulla poltrona, ma solo scivolare tra i nodi dei capelli che forse puoi solo strappare anzichè sciogliere. Sapete, forse vorrei esser nato con le catene anzichè stringendo in mano un mazzo di chiavi identiche. Ve le cedo volentieri...io non sono buono a trovare neppure le serrature ghgh...E' possibile che quelle poche stanze che sono riuscito ad aprire, finiscano tutte per avere lo stesso cattivo odore?? Corri, chiudi gli occhi e vai...Prima o poi ci sbatterai la testa contro, non credi?? La fine. Cristo, ci dovrà pur essere una squallidissima parete laggiù in fondo!! Non credo che le stelle si reggano a mezz'aria così, per bontà divina...Il muro sarebbe consolante, non trovate?? Sì, sì lo so...niente muro...che palle. Lo stupore dello sconfinato, dell'infinito presto è sostituito dal bisogno di linee e confini. Lasciatemi però avvelenarmi il sangue ancora un pochino, accarezzando il sogno di poter vivere guardando le ombre proiettate sul fondo della caverna...Friedrich, io non ce la faccio -__-. Capiscimi, non sono le risposte che chiedo...Però cazzo, almeno le domande giuste!!

Tante cose insieme. Questo è il frutto di un pensiero negativo. Negativo nel senso che non produce niente, è un gioco perverso finalizzato al niente più assoluto. Una sega mentale in parole povere. Il bisogno di qualcosa di indefinibile, un vuoto che non ha forma ma brucia. E questo giochino non è che benzina gettata là sopra.
Il tema della fine. Non è la morte, non in senso stretto. La fine va intesa più in senso fisico. Un limite. Anche il discorso delle stelle a mezz'aria voleva esprimere questo...il bisogno di sapere che tutto questo ha una fine, è misurabile, è contabile. Non è così. E bisogna conviverci. C'è chi si costruisce limiti mentali, delinea quello che è il suo mondo, salvandolo dalla sconfinatezza del resto dell'universo, e lì vive, costruisce e magari si sente realizzato. Questo sarebbe un pensiero positivo. E c'è chi come me ha sempre davanti spazi aperti, e laghi e monti e facce nuove da conoscere...questo produce un ansia di fondo, almeno quando per svariate ragioni ci si ferma a contemplare ciò che ti sta attorno. Da qui un pensiero negativo. Il rovescio della medaglia è il sapersi muovere (a momenti) anche se privi di certezze e valori. In questa posizione ogni cosa (o quasi) si sgretola e perde di importanza se vista come un momento di un infinito. L'infinito, appunto...da qui il richiamo a Nietzsche e l'incapacità di accettarlo nella sua forma più bella, l'eterno ritorno. E da qui anche il desiderio della caverna, immagine mutuata da Platone, che in maniera molto infantile da parte mia non esprimeva altro che la sofferenza che viene dal non riuscire a vedere il Sole della Verità di cui il poeta antico parlava.

La mancata pubblicazione del post è legata più alla paura di non essere capito e magari giudicato altezzoso nel paragonarsi a filosofi di questo calibro. La verità è che qui di paragoni non ce n'è.

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