If you're feeling sinister

15/12/09
La reclusione forzata tra le mura di casa sta stranamente dando i suoi frutti...
Non sono ancora al livello di Vittorio Alfieri che si faceva legare alla sedia per studiare...ma insomma se gli hanno dedicato qualche strada qualcosa avrà dovuto capire per forza, no??
Questi ultimi mesi devo ammettere di averli vissuti come un unico strascico delle ferie estive...in questo senso ho vissuto l'estate più lunga (e fredda) della mia vita.
Non è che sia cambiato molto negli ultimi giorni da poter dire "wow ne sono uscito"...però dopo una prima fase di strilli e calci menati qua e là, comincio a tranquillizzarmi qui in gabbia al Bottegone...Dopotutto non sono quella tigre selvaggia che pensavo...sono un po' troppo volubile e svogliato per passare da terribile felino.
Lo studio è iniziato, senza voglia, senza passione (come sempre), tra lamenti e bestemmie...ma procede. Forse a questo giro sono davvero un po' in ritardo, ma si vedrà di recuperare.
Ho deciso che è l'ora di smetterla con i voli pindarici e tutto ciò che ne segue...Credo di potercela fare a controllare questo continuo balenare di paure, pensieri e distrazioni. Lo spero almeno.
La cura purtroppo si chiama tranquillità. Dico purtroppo perchè sono il primo a disprezzarla, a odiarne la banalità e il grigiore...Però ne ho bisogno, per me stesso.
La più brutta e grande lezione che ho "imparato" da quando mi lasciai con la Francesca (oddio lo so, sono patetico -__-), è che non c'è nessun altro a pensare a te fuorchè te stesso. Imparato è tra virgolette perchè me ne scordo troppo spesso...Nel senso che più che pensare a me stesso mi faccio del male serio senza pensare alle conseguenze. Molto bene, ora si studia!!

Malinconia, o meglio Melanconia...la tristezza leggera. Nomi mutuati da Scalfari e Calvino, così come il loro concetto. Questo però l'ho scoperto solo pochi giorni fa. Bella la consapevolezza di aver sempre saputo quello che due personaggi di questo calibro hanno teorizzato, e ancor prima di aver letto le loro parole. Il bisogno di chiarezza e di comprensione, snocciolare quello che è successo prima, in un periodo di Allegria, o Grazia, per poter davvero assaporare quello che è stato o successo, quello che si è fatto in preda al fuoco dei tuoi 20 anni. Sono le due fasi che ciclicamente descrivono la mia vita...e un po' quella di ogni altro.
Qui c'è un altro tema. Di grande attualità tra l'altro: pensare a sè stessi. L'impostazione diametralmente opposta a quella che ingenuamente avevo anni fa, che in buona misura rappresenta la mia naturale predisposizione nel rivolgermi al prossimo: il pensare per l'altro, lo sforzo continuo di voler capire cosa l'altro vuole da te e per sè. Uno sforzo nobile forse, ma va preso con le molle. Da un lato fonte inesauribile di delusioni e dall'altro arma potente con cui sputare sentenze su chiunque ti si avvicini...questo almeno se preso nel suo senso più largo. Se abbinato ad egocentrismo il suo prodotto è la capacità di ottenere le attenzioni che desideri dagli altri, sfruttando la capacità (supposta) di sapere quello che gli altri vogliono.
Pensare per sè stessi è la base per stare bene da soli. L'eccesso è la causa dell'incapacità di avere un rapporto sincero con gli altri.
La soluzione ancora non la so mettere in pratica, ma come accade sempre, sta nel mezzo. Trattare sè stessi con la giusta quota di benevolenza e severità e non aprirsi al mondo solo per predere, ma anche per dare...Questo senza però mostrare il fianco eccessivamente e soprattutto a chiunque.

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